La festa che ogni anno i catanesi dedicano alla Santa Patrona nei giorni 3, 4 e 5 febbraio – considerata la terza festa religiosa più importante al mondo, con la Settimana Santa di Siviglia ed il Corpus Domini a Cuzco in Perù – rappresenta senza dubbio il momento centrale della vita della città.
Essa stupisce, attira, quasi travolge per un mix straordinario di elementi diversi ma in fondo non così estranei fra loro, come ad uno sguardo distratto potrebbe apparire. Festa religiosa con momenti di grande coinvolgimento emotivo, essa è anche la festa dell’identità cittadina catanese, segno del fuoco di una passione antica, che dopo più di diciassette secoli vive negli occhi di ogni catanese, che riflette negli occhi di Agata tutta la propria vita.
La festa di un popolo intero che si riappropria della sua memoria, e la vive ripercorrendo le strade che raccontano tutta la sua storia.
La magia di una città che per una settimana odora di torrone e di primavera.
La festa, preparata nel mese di Gennaio da celebrazioni religiose in Cattedrale e nelle chiese legate al culto agatino, dai giri delle reliquie nelle parrocchie della città e dai festosi suoni delle candelore vive il suo momento centrale nei giorni dal 3 al 5 Febbraio, secondo un rituale che ricalca ancora per molti versi quello stabilito nel XVI sec. da don Alvaro Paternò.
Il 3 Febbraio la giornata inizia presto, con le feste delle Candelore alla Pescheria e poi la processione dell’Offerta della Cera, cui partecipano tutte le istituzioni cittadine e che vede la solenne uscita del Sindaco con la settecentesca Carrozza del Senato.
La sera, uno dei momenti più attesi dai catanesi: l’appuntamento con gli spettacolari fuochi “d’a sira o Tri”, che con il loro sapiente e spettacolare mix di suoni, luci e colori creano l’atmosfera perfetta per entrare nel clima di festa.
Ma questa è la notte più breve dell’anno per i catanesi che si preparano per l’incontro, atteso da un anno, con la loro Santa Patrona. Il 4 Febbraio prima che le prime luci dell’alba inizino a brillare sulle acque dello Ionio, i catanesi in migliaia con il tradizionale “sacco” bianco si riversano su Piazza Duomo ed affollano la Cattedrale per accogliere, fra canti ed invocazioni, l’uscita del Busto reliquiario dalla cameretta in cui viene conservato durante tutto l’anno.
Dopo la sentita ed emozionante Messa dell’Aurora Sant’Agata torna ad abbracciare la sua città nella trionfale uscita su Piazza Duomo che da avvio alla prima giornata di festa. Si tratta del cosiddetto “giro esterno” che segue il percorso delle antiche mura cittadine, toccando i luoghi del Martirio ed il cuore popolare di Catania.
Il giorno 5 Febbraio, memoria liturgica di Sant’Agata, è il giorno più solenne. Si comincia subito, la mattina con il Pontificale in Cattedrale tenuto ogni anno da un eminente Cardinale.
Durante tutto il giorno la Cattedrale è un via vai di persone, di tutte le età e condizioni sociali, che affollano l’antica basilica per rendere omaggio alla Patrona. Ma è il pomeriggio che si vive il momento del trionfo, con l’uscita del Busto reliquiario su Piazza Duomo che segna l’inizio del “giro interno”: un giro estenuante nella sua lentezza, che percorre il salotto buono della città – la Via Etnea – offrendo un colpo d’occhio davvero impressionante.
La processione si conclude soltanto quando il sole del 6 Febbraio è già alto, con il suggestivo passaggio da Via Crociferi, salutato dal canto delle Monache Benedettine, ed il commovente rientro in Cattedrale.
Ci saranno ancora l’Ottava il 12 febbraio e la festa di Agosto, ma per quanto il calore dei catanesi non manchi mai, per tutti l’appuntamento con la grande festa è all’anno prossimo.