OMELIA 16/08/2015

Omelia del Rettore P. Massimiliano Parisi in occasione della Processione del Velo di Sant’Agata (16/08/2015)

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Fratelli e Sorelle nel Signore,

Distinte Autorità,

Devoti di Sant’Agata,

 

         1. Secondo un’antica tradizione, la processione del Velo di Sant’Agata trova una sosta significativa presso la “Fontana di Sant’Agata”, detta comunemente “a funtanella”.

Si tratta di un antico monumento storico, secondo per ordine di antichità a Catania, quasi nascosto tra le mura di via Dusmet, edificate da Carlo V.

Secondo la tradizione questo monumento venne costruito nel punto in cui era partito il corpo di Sant’Agata quando fu trasportato, nel 1040, a Costantinopoli, dal generale bizantino Giorgio Maniace.

Costruita nel 1621 per iniziativa di Francesco Lanario, governatore della Città, la Fontanella di Sant’Agata ancora una volta oggi accoglie i tanti devoti della nostra Patrona.

2. In questo luogo significativo, siamo riuniti stasera in un momento particolare, la vigilia dell’889mo anniversario della traslazione delle reliquie di Sant’Agata, rientrate in Patria da Costantinopoli, il martedì 17 agosto 1126.

3. Ci ritroviamo nel nome ed in compagnia della nostra Patrona, attraverso il segno del Velo, una delle sue reliquie, verso la quale tutti nutriamo sentimenti di affetto, pietà, ed eleviamo richieste d’intercessione, di grazie e di benedizione.

Ci sono di conforto in queste nostre richieste la protezione che la nostra Patrona ha ottenuto tante volte dal Signore per la nostra Città, per le minacce dell’Etna e per le nostre persone.

Siamo qui in compagnia di Agata per ristabilire un’alleanza tra la nostra Città e la sua Patrona e per testimoniare il nostro impegno nella via della santità.

4. Mi piace esprimere questo impegno attraverso 5 verbi, su cui tutta la Chiesa in Italia sta riflettendo per prepararsi al V Convegno delle Chiese in Italia, dal tema In Gesù Cristo il nuovo umanesimo, che sarà celebrato a Firenze dal 9 al 13 novembre prossimo.

Questi verbi esprimono il movimento che la vita di ogni cristiano è chiamata ad avere, dicono pure il l’impegno della testimonianza e sono pure segno di quanto la nostra Patrona ha operato nella sua giovane esistenza. Essi sono: uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare.

Anche noi siamo chiamati ad Uscire. Siamo invitati ad uscire dal nostro egoismo, dal tornaconto, dalla solitudine, dalla quotidianità, dalla routine della vita tranquilla per aprirci al nuovo, anche a costo di qualche rischio; uscire incontro a chi ha bisogno, pregando per non entrare in tentazione.

Come Agata anche noi siamo chiamati ad annunciare un modo nuovo di essere uomini, lottando contro le ingiustizie, le sofferenze e proclamando ciò che vale veramente nella vita; annunciare con la nostra vita Cristo e tutto il nostro impegno.

Anche noi siamo chiamati ad abitare la nostra vita e le nostre scelte con fedeltà, fino in fondo, a qualunque costo. Come Agata, dobbiamo “abitare” per vivere nel mondo condividendo con i fratelli anche le tragedie della vita, il calvario, la sofferenza, le sfide del mondo [penso in questo momento al dramma dei tanti profughi che continuano a sbarcare sulle nostre coste in cerca di speranza].

Anche noi siamo chiamati ad educare, a trarre fuori, cioè, il bene degli altri nostri fratelli con la nostra testimonianza, la nostra pazienza e il nostro impegno, più che con le nostre suonanti parole.

Ed infine, anche noi siamo invitati a trasfigurare, cioè a rendere la nostra vita trasparenza di Cristo, come ha fatto Agata, la nostra Patrona.

5. Ed è con la consapevolezza di questi impegni (uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare) che osiamo rivolgerci alla nostra Patrona:

O vergine e martire Agata

rivolgi il tuo sguardo su questo popolo riunito

che ti venera e ti onora

e che desidera ancora una volta

affidarsi alla tua custodia e protezione.

Gli antichi nostri padri

Vollero che il tuo sguardo si posasse sulla nostra Città a protezione e difesa.

Noi cittadini di oggi ci oggi ci sentiamo eredi

di questa tradizione religiosa

e rendiamo testimonianza riconoscente

alla tua continua benevolenza, o vergine Patrona.

In questa sera raccogliamo

nel nostro cuore e nelle nostre mani

quanto un popolo è capace di donarti:

l’innocenza dei suoi bambini,

la generosità e l’entusiasmo dei suoi giovani,

la sofferenza dei suoi malati,

gli affetti più veri coltivati nelle sue famiglie,

la fatica dei lavoratori,

le angustie dei suoi disoccupati,

la solitudine dei suoi anziani,

l’angoscia di chi ricerca il senso vero dell’esistenza,

il pentimento sincero di chi si è smarrito nel peccato,

i propositi e le speranze di chi scopre l’amore del Padre.

Ottieni, o vergine Agata, alla nostra Città

di testimoniare con coraggio il Vangelo

per far risplendere davanti al mondo

il volto di Gesù Cristo nostro Signore

che vive e regna nei secoli del secoli. Amen.

Sac. Massimiliano Parisi

Rettore della Chiesa della Badia di Sant’Agata

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